La storia si ripete ma può essere cambiata. E seguendo questo principio, circa dieci anni fa iniziavo la mia trasformazione , che è anche il titolo del mio primo libro. Venivo a conoscenza di come i nostri antenati siano importanti con le loro memorie. La Sindrome d’Anniversario è un termine coniato da Ann Ancelin Schutzenberger, capostipite della Psicogenealogia, che studia i comportamenti e gli eventi dell’individuo con riferimento all’albero genealogico. Da ricerche, si è scoperto che vi è la trasmissione delle memorie da una generazione all’altra. Non vi è un andamento casuale, ma temporale ben preciso. Spesso è nei decenni, cinquantenni o secoli che riaffiora la memoria della vita di un antenato. Sono rilevanti i torti, le ingiustizie, i lutti o le perdite subite. Particolarmente nocivi sono gli effetti che hanno gli eventi rimasti segreti: filiazioni nascoste, condanne e tradimenti…

Se andiamo oltre alla coscienza personale e familiare e ci addentriamo in quella collettiva dell’umanità, mi viene da pensare che in quest’epoca storica è particolarmente rilevante l’anniversario dei 100 anni, anche per quello che sta accadendo a livello collettivo. Va subito considerato che a novembre 2018 si è aperta una pagina importante. Cent’anni fa, nel 1918 vi fu la più grande ondata di morti dai tempi della peste nera. Milioni di persone morirono per quella pandemia che chiamarono Spagnola. Poi, due anni dopo, nel 1920 i nostri antenati erano impegnati a riprendersi e a ricostruire qualcosa di nuovo, dopo che c’era stato il grande conflitto chiamato: Prima Guerra Mondiale! Il conflitto iniziò il 28 luglio 1914 e si chiuse l’11 novembre 1918. Iniziò con la dichiarazione di guerra dell’Austria alla Serbia dopo l’omicidio dell’arciduca Francesco Ferdinando. Vi fu l’invasione della Serbia da parte dell’Austria, e il conflitto divenne in breve tempo il più vasto della storia.

Comunque, quando vi sono traumi importanti nella coscienza collettiva possiamo iniziare a trasformarli partendo da noi! Altrimenti rischiamo di vivere delle ripetizioni.

Come ben sappiamo, il Covid-19 è apparso esattamente 100 anni dopo l’apparizione della Spagnola, e ha scatenato ai più la paura di morire. Quando vi è l’anniversario dei 100 anni, nel libro della memoria collettiva si apre una pagina importante.

Ci tengo a citare che per tutto il mondo il centenario della fine della guerra è avvenuto l’11 novembre del 2018. Vuoi sapere cosa scriveva il TGCom24? Clicca qui. La fine della guerra “tecnologica”, industriale, in cui vennero utilizzate armi mai utilizzate prima, finiva l’11.11 del 1918, alle ore 11:11 con l’orologio in mano.

Nel centenario, datato 11 novembre 2018, si è aperto un portale energetico per permetterci svolte, cambiamenti e nuove creazioni. Questo è il momento in cui possiamo pareggiare i conti, i vecchi torti e possiamo impostare nuove traiettorie superando i conflitti. Non è tardi! Si tratta di un momento in cui vi è l’opportunità di fiorire col proprio progresso sociale, morale e psicologico. Ciò serve per non utilizzare male gli strumenti tecnologici, per non farne abuso e per non perdere la propria umanità, presi da interessi fortemente egoistici. 

Dobbiamo pur aver imparato qualcosa dal passato! È vero che siamo nel 2020, e che in questo momento sta accadendo qualcosa che sta muovendo le coscienze… Cent’anni fa, nel 1920 i nostri predecessori stavano lavorando sodo per ricostruire… Oggi, abbiamo la possibilità di ricostruire evolvendo psicologicamente e spiritualmente, di disfarci di vecchi traumi e di saper gestire meglio il nostro potere.

Non serve ricordare l’errore o l’orrore senza averne capito il senso! In tal caso, il rischio è di ripetere i vecchi schemi aggravando i conflitti, fino a produrre la catastrofe che nessun essere umano, con coscienza, vorrebbe. Non basta guardare all’Olocausto per inorridire, non basta ripetere lo slogan: PER NON DIMENTICARE, bensì ci vuole un nuovo comportamento con la trasformazione dei traumi o dei vecchi schemi di pensiero.

Claudia Mengoli – Crescita personale e benessere – LA VERSIONE PIU’ GRANDE

Foto di Buresti Daniele -titolo: “I monti conoscono la storia degli uomini.”

error: