Tutti abbiamo bisogno di avere accanto delle persone che sappiano apprezzare le nostre qualità e che siano predisposte a facilitarci l’espressione dei talenti. Però, solo alcuni sono avvantaggiati da tale condizione e, di conseguenza, hanno un approccio più slow alla vita.

Ti è mai capitato di ascoltare qualche cantante o ballerino famoso, mentre in un’ intervista affermava di essere stato favorito da un familiare o da un incontro fortuito che gli ha aperto delle porte per la sua realizzazione personale e professionale?

In effetti, se abbiamo accanto qualcuno d’influente che crede nelle nostre doti, siamo sicuramente facilitati a esprimerle e l’espressione risulta essere semplice e senza sforzi!

Cosa si può fare per incentivare lo sviluppo dei talenti che sono rimasti ad un livello medio-basso?

A volte si adottano delle vere e proprie terapie d’urto per portare le persone a esprimere i propri talenti, oppure c’è trascuratezza, ma vi sono anche altre strade che possono essere praticate. Ad esempio, la formazione personalizzata che io stessa propongo.

Non possono bastare le solite formule o i comportamenti degli ultimi anni, abbastanza distratti o negligenti verso lo sviluppo psicologico e delle qualità di ciascuno, piuttosto ci vuole maggiore cura verso l’uomo e il suo servizio.

In un articolo sul Sole 24 Ore, Gianluca Rizzi afferma come sia necessario un approccio slow per lo sviluppo dei talenti nelle aziende. Si sofferma sul fatto che “Le sale d’attesa delle stazioni ferroviarie e degli aeroporti dovrebbero rappresentare luoghi di accogliente quiete per ristorare il manager al termine di una giornata di lavoro impegnativa…” . Ciò per dire che con maggiore armonia nel luogo in cui ci si ritrova, è più facile rilassarsi e manifestare con naturalezza. Ciò vale per gli ambienti di lavoro, ma anche quelli familiari.

Se qualcuno suona la sua musica con naturalezza, anche colui che l’ascolta ne trae giovamento.

Non tutti si fermano a suonare un pianoforte all’aeroporto, anche se potrebbero farlo… Alcuni temono di non essere all’altezza e perciò si fanno da parte, continuando a camminare con i propri dubbi, anche se è uno spreco che non serve a nessuno. Ciò riguarda anche i dipendenti in un’azienda che possono esprimere qualità e talenti con più facilità e maggiore gratificazione se superano certe reticenze riguardo sé stessi e ciò che li circonda.

Ritrovarsi in un luogo insoddisfatto, stantio e distruttivo, non aiuta di certo lo sviluppo dei talenti, bensì soffoca gli slanci, la passione, mentre l’espressione diventa per lo più sforzo.

Spesso le aziende si concentrano sulla ricerca di giovani talenti con lo scouting, dimentichi che anche il “vecchio” va alimentato e curato perché si rigeneri. Bisogna continuare a rendere fertile il terreno dove si opera e motivare le persone incentivandole a risaltare. Pertanto, ritengo che non ci si debba concentrare unicamente sui nuovi acquisti, ma anche sul potenziale che ancora non è stato considerato e ben espresso all’interno del sistema in cui ci si ritrova. Ciò vale anche per le singole persone che, spesso, sono incentivate a cercare altrove quello che potrebbero trovare dentro di sé o accanto, se solo iniziassero a dargli maggiore risalto.

Claudia Mengoli – Coach & Healing – Trasforma la tua vita!

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