Realizzazione
Non è tanto farlo ma diventarlo
Diventare padroni di sé, quando non lo si è stati fino al giorno prima, non è così facile, ma è possibile.
Quantomeno si prende in esame la cosa più piccola che si vuole cambiare. Quella più semplice. In tal modo stiamo dicendo a noi stessi che è possibile diventare ciò che vogliamo.
Fare per diventare non è un semplice fare delle azioni, perché c’è altro.
Certo durante il percorso di conoscenza e apprendistato possiamo incontrare degli ostacoli, ma sarà proprio come li affronteremo che farà la differenza. Fatto in un certo modo gli ostacoli non scompaiono, e prima o poi si ripresentano. Fatto in altro modo diventano delle porte che si schiudono e ci fanno passare oltre.
Partire per un viaggio senza conoscere i propri mezzi e avere informazioni riguardo il percorso è un po’ da folli se non c’è una forte motivazione. A volte un po’ di follia serve per superare certe barriere, esitazioni e dubbi.
Una volta Einstein disse: “La follia ha in sé genio e magia!”
Se la sperimenti, ti rendi conto di poter fare e avere ciò che prima non ti aspettavi!
Abbiamo bisogno di consapevolezza di ciò che viene avvertito a livello emotivo.
Si hanno ricordi delle prime esperienze soltanto sotto forma di emozioni e sensazioni.
La nostra autorealizzazione dipende dalla consapevolezza e guarigione di particolari traumi emotivi, vissuti prima e dopo la nostra nascita. Poi, rivissuti per comprenderli meglio.
A dir il vero, già traumi e desideri ci danno delle indicazioni sulla missione.
Avere una missione si riferisce a un compito o incarico, spesso di una certa importaza o che implica un rischio, affidato a una o più persone da un’autorità. Quell’autorità possiamo essere noi stessi.
Traumi e desideri ci spingono a fare azioni specifiche per lasciar andare e integrare.
La missione si attua passo dopo passo.
LE CAPACITÀ DI AUTOREGOLAZIONE EMOTIVA, IL RICONOSCIMENTO DEI BISOGNI, L’ELABORAZIONE DEI TRAUMI, LA COMPRENSIONE DEI CONFLITTI, FANNO PARTE DEL CAMMINO. POI, CI SONO I DESIDERI CHE CI GUIDANO.
Spesso capita di essere confusi, di non avere abbastanza fiducia in sè o nel mondo per attuare i propri desideri.
Allora ci si ferma, in attesa che qualcosa cambi.
In verità nulla capita a caso, nemmeno i cambiamenti che desideri si manifestano a caso. Spesso c’è del lavoro da fare su di sé, un intervento a livello profondo, una riprogrammazione neuronale e il cuore.
Allora, cosa potresti fare, se non sei appagato da ciò che stai vivendo?
Cambiare solo la parte esterne, senza quella interna è prendersi un po’ in giro o restare in superficie, con la convinzione che la parte che vediamo sia l’unica realtà, ma è solo quella che appare o si percepisce coi 5 sensi.
Accedere alla parte inconscia, più invisibile significa essere davvero padroni della propria casa, padroni di sé. Solo con padronanza possiamo ambire a realizzarci davvero.
Per essere pratici, se vuoi serenità, non basta un’ora di ballo o di sballo per giorno. Se dentro c’è dolore e caos, quello è solo una distrazione che può funzionare per un po’.
Bisogna piuttosto accedere dentro di sé, ripulirsi da emozioni di dolore e togliere confusione.
I tuoi pensieri hanno contribuito a creare la realtà che stai vivendo, ma tu non sei solo i tuoi pensieri.
PUOI ACCEDERE A UN POTERE CREATIVO CHE TI PERMETTE DI TRASFORMARE CONVINZIONI E PENSIERI.
La prima cosa da fare è chiederci: Cosa sto pensando a proposito di ciò che voglio raggiungere?
La nostra realizzazione dipende anche dall’eredità familiare
Riconoscere gli incarichi e le missioni ereditate dal nostro clan, ci permette di decidere consciamente quali vincoli siamo in grado di sciogliere e quali compiti o realizzazioni vogliamo portare a termine.
Sto preparando un video/webianr dove spiego cosa influisce sulla nostra realizzazione, considerando l’eredità genealogica.